Chiesa di San Girolamo della Certosa - Oggi

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Cristo crocifisso

La chiesa di San Girolamo - Pdf

Cappella di San Bruno

Cappella di San Girolamo

Navata

Introduzione - Niccoló Albergati

Cappella dell´Annunziata

Cappella e Altare di San Bruno

Posta a destra dell'ingresso, la cappella di S. Bruno era in origine dedicata a San Giovanni Battista e ospitò la grande pala rappresentante la Predica del santo di Ludovico Carracci, oggi alla Pinacoteca nazionale. Successivamente intitolato a S. Bruno venne ornata con il dipinto del Guercino (1591 - 1666) La Vergine appare a S. Bruno, anch'esso trasferito alla Pinacoteca Nazionale. Attualmente nell'ancona cinquecentesca di linee classiche si trova l'Apparizione di Cristo a S. Bruno, attribuito al Cesi (1566 - 1629), ma pesantemente ritoccato da Filippo Pedrini nel XIX secolo. Ai lati della pala d'altare sono appesi i due Evangelisti Giovanni e Luca, opera del pittore napoletano Nunzio Rossi (1626 - 1651). Sulle pareti laterali si fronteggiano i due grandi dipinti con l'Ascensione (1651), di Francesco Galli Bibiena (1618/19 – 1665) e il Giudizio Finale (1658), di Domenico Maria Canuti (1620-1684), affiancati da coppie di quadri a olio centinati con figure di beati certosini, opera degli stessi autori. Al centro del pavimento la grata in ferro battuto dà accesso alla cripta della famiglia Pallavicini. Nella chiave di volta è affrescata la figura di S. Bruno.Antonella MampieriApprofondimenti: [Storia e memoria di Bologna](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-e-altare-di-san-bruno-846-opera)

Cappella e altare di San Girolamo

Nella grande ancona d'altare cinquecentesca è posta la copia che Clemente Alberi (1803 - 1864) trasse dalla pala di Agostino Carracci (1557 - 1602) raffigurante l'Ultima Comunione di San Girolamo. La copia fu donata alla chiesa di San Girolamo dal principe Spada nel 1825, come risarcimento per la perdita dell'originale, trasferito alla Pinacoteca nazionale in seguito alle soppressioni. Ai lati dell'ancona sono appesi gli Evangelisti Matteo e Marco del pittore napoletano Nunzio Rossi (1626 - 1651). Sulle pareti si fronteggiano La Cena in Casa del Fariseo (1652) di Giovanni Andrea Sirani (1610 - 1670) e Il Battesimo di Cristo (1658), prima opera pubblica di sua figlia Elisabetta (1638 - 1665). Ai lati dei due dipinti si trovano coppie di tele centinate raffiguranti beati certosini, opera degli stessi autori. Sotto il Battesimo di Cristo si trova il monumento sepolcrale in marmo al cardinale Moretti (1882), scolpito da Enrico Barberi (1850 -1941). Nella chiave di volta è affrescata la figura di S. Girolamo.Antonella MampieriApprofondimenti: [Storia e memoria di Bologna](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-e-altare-di-san-girolamo-847-opera)

Coro intarsiato

Cappella delle Reliquie

Catene Ex voto

Catene Ex voto

Cappella di San Giuseppe

Via Crucis - Giuseppe Leonardi (attribuito) 1750 - 1820

Catene Ex voto

Nelle cappelle laterali dell'Annunziata, delle Reliquie e di San Giuseppe sono appese molte catene ex-voto di cristiani caduti in mano ai turchi, fatti schiavi e riscattati dalla Confraternita bolognese della Madonna Auxilium Christianorum, trasferite dall’oratorio della Madonna della Neve dopo la sua soppressione. Ogni catena è accompagnata da una tabella lignea che indica il nome del prigioniero riscattato, l’anno del riscatto e la somma pagata per la sua liberazione. Dopo il recente restauro sono divenute completamente leggibili le scritte, che però sono risultate ridipinte successivamente sulla stesura originaria, con diverse modifiche anche nella forma dei cartigli. Questi ex-voto confluiscono nella Chiesa di san Girolamo in seguito alle soppressioni ecclesiastiche ottocentesche, e si aggiungevano alle numerose memorie provenienti dalle chiese soppresse (affreschi, tombe monumentali, lapidi), collocate nei vari ambienti dell'ex monastero cartusiano, trasformato nel 1801 in cimitero comunale.Vedi altro: [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/catene-ex-voto-852-opera)

Catene Ex voto

Nelle cappelle laterali dell'Annunziata, delle Reliquie e di San Giuseppe sono appese molte catene ex-voto di cristiani caduti in mano ai turchi, fatti schiavi e riscattati dalla Confraternita bolognese della Madonna Auxilium Christianorum, trasferite dall’oratorio della Madonna della Neve dopo la sua soppressione. Ogni catena è accompagnata da una tabella lignea che indica il nome del prigioniero riscattato, l’anno del riscatto e la somma pagata per la sua liberazione. Dopo il recente restauro sono divenute completamente leggibili le scritte, che però sono risultate ridipinte successivamente sulla stesura originaria, con diverse modifiche anche nella forma dei cartigli. Questi ex-voto confluiscono nella Chiesa di san Girolamo in seguito alle soppressioni ecclesiastiche ottocentesche, e si aggiungevano alle numerose memorie provenienti dalle chiese soppresse (affreschi, tombe monumentali, lapidi), collocate nei vari ambienti dell'ex monastero cartusiano, trasformato nel 1801 in cimitero comunale.Vedi altro: [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/catene-ex-voto-852-opera)

Coro intarsiato - Gli stalli di destra

Certosa di Bologna, Chiesa di San Girolamo. Veduta d'insieme del coro intarsiato, datato 1538. Foto Oriana Palermo.Venne realizzato tra il 1538 e il 1539 da Biagio De Marchi da Crema , la cui famiglia aveva lavorato in precedenza al coro della certosa di Pavia. Biagio De Marchi si firma nei primi due stalli a sinistra e a destra dell’ingresso, su cui sono rappresentate le figure di san Girolamo e di san Giovanni Battista, rispettivamente l’eponimo a cui era dedicata la chiesa e il santo protettore dei certosini. Il coro con i suoi stalli intarsiati rappresentanti nature morte, prospettive architettoniche, figure di santi, sostituisce quello quattrocentesco di Melchiorre Provenzali da Cento che era stato distrutto nel 1527 dai lanzichenecchi di Carlo V. Completano il coro intarsiato due splendidi elementi che erano situati in origine nel presbiterio: il leggio, da cui il diacono annunciava il Vangelo, e la cattedra del celebrante. Nello sportello del leggio è raffigurato san Giovanni Evangelista nell’atto di scrivere l’inizio del suo Vangelo, assistito dal suo animale simbolico, l’aquila, nella parte alta si trova  un angelo in volo. Sulla cattedra del celebrante lo stallo rappresenta  San Petronio seduto davanti al quale è inginocchiato il beato Niccolò Albergati, certosino e vescovo di Bologna.Antonella Mampieri[Vedi gli stalli di destra - Panocticon di Bologna](http://www.panopticondibologna.it/ga1/CORO/dxt0%20menu.html)Vedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it ](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/coro-intarsiato-866-opera)  

Coro intarsiato - Gli stalli di sinistra

Venne realizzato tra il 1538 e il 1539 da Biagio De Marchi da Crema , la cui famiglia aveva lavorato in precedenza al coro della certosa di Pavia. Biagio De Marchi si firma nei primi due stalli a sinistra e a destra dell’ingresso, su cui sono rappresentate le figure di san Girolamo e di san Giovanni Battista, rispettivamente l’eponimo a cui era dedicata la chiesa e il santo protettore dei certosini. Il coro con i suoi stalli intarsiati rappresentanti nature morte, prospettive architettoniche, figure di santi, sostituisce quello quattrocentesco di Melchiorre Provenzali da Cento che era stato distrutto nel 1527 dai lanzichenecchi di Carlo V. Completano il coro intarsiato due splendidi elementi che erano situati in origine nel presbiterio: il leggio, da cui il diacono annunciava il Vangelo, e la cattedra del celebrante. Nello sportello del leggio è raffigurato san Giovanni Evangelista nell’atto di scrivere l’inizio del suo Vangelo, assistito dal suo animale simbolico, l’aquila, nella parte alta si trova  un angelo in volo. Sulla cattedra del celebrante lo stallo rappresenta  San Petronio seduto davanti al quale è inginocchiato il beato Niccolò Albergati, certosino e vescovo di Bologna.Antonella Mampieri[Vedi gli stalli di sinistra - Panocticon di Bologna](http://www.panopticondibologna.it/Luoghi/certosa%20San%20Girolamo/CORO/sin0%20menu.html)Vedi altro: [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/coro-intarsiato-866-opera) 

Sacrestia

Dalla cappella maggiore si accede alla sacrestia, caratterizzata da imponenti armadi lignei. Al centro dell'altare dalle ricche colonne tortili in stucco bianco e dorato, si trova un crocefisso in legno tra la Madonna e San Giovanni Evangelista in terracotta policroma, attribuibili a scuola bolognese del XVIII secolo. All'epoca della sistemazione della cappella maggiore ad opera del Cesi fu trasferito in sacrestia il polittico realizzato per l'altar maggiore, commissionato da papa Niccolò V ai pittori veneziani Bartolomeo (1432- 1499) e Antonio Vivarini (1415 - 1484)), oggi alla Pinacoteca Nazionale. Sulla parete di sinistra sono appesi il dipinto di Ercole Graziani (1688-1765) Il Beato Nicolò Albergati appare in sogno a Tommaso Parentucelli, proveniente da una delle cappelle laterali e Il Crocefisso tra la Vergine, San Giovanni Evangelista ed un altro santo attribuito a scuola bolognese della seconda metà del Cinquecento. Sopra la porta che conduce alla cappella di San Giuseppe si trovava un sottoquadro attribuibile al Calvi (1740-1815) raffigurante S. Bruno, ora posto sull'altare della Cappella di San Girolamo. Sulla parete destra si trovano La Madonna col Bambino, S. Caterina e S. Ugo Vescovo di Girolamo Bonesi (1653 - 1725) trasferito in sagrestia da altri locali del convento o della chiesa. Era qui collocato anche un Santo Certosino di scuola bolognese, ora nella cappella dell'Annunciazione. Accanto all'altare era collocato un leggio dipinto sui tre lati con grottesche e bizzarrie di gusto cinquecentesco rivelatosi opera di Amico Aspertini. Le tavole dopo il restauro sono state collocate nella Cappella delle Reliquie.Antonella MampieriVedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/sacrestia-2066-opera)

Coro dei conversi

L'ipotesi di Bastelli e di Raule secondo la quale questi stalli sarebbero quelli sopravvissuti del coro quattrocentesco bruciato dai lanzichenecchi di Carlo V nel 1527, sembra non essere stata accolta da Massimo Medica. Quest'ultimo, infatti, non chiama in causa i presenti stalli quando ipotizza che il coro originario, realizzato dai Provenzali nel 1488, fosse "riccamente ornato da intagli e raffinate tarsie" che sarebbero stati in parte riutilizzate nel corso della realizzazione del nuovo coro realizzato da Biagio de Marchi nel 1538 e poi ampliato nel 1612 (Mazza 1998; Marzocchi 1998). Non si può escludere che questi stalli provengano da una qualche chiesa soppressa.Vedi altro: [Beni Culturali](https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/scheda/-08-00068280/137014)

Coro dei conversi

L'ipotesi di Bastelli e di Raule secondo la quale questi stalli sarebbero quelli sopravvissuti del coro quattrocentesco bruciato dai lanzichenecchi di Carlo V nel 1527, sembra non essere stata accolta da Massimo Medica. Quest'ultimo, infatti, non chiama in causa i presenti stalli quando ipotizza che il coro originario, realizzato dai Provenzali nel 1488, fosse "riccamente ornato da intagli e raffinate tarsie" che sarebbero state in parte riutilizzate nel corso della realizzazione del nuovo coro realizzato da Biagio de Marchi nel 1538 e poi ampliato nel 1612 (Mazza 1998; Marzocchi 1998). Non si può escludere che questi stalli provengano da una qualche chiesa soppressa.Vedi altro: [Beni Culturali](https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/scheda/-08-00068280/137014)

Quattro santi certosini

Sull'origine dei quattro dipinti è di aiuto la presenza dell'emblema cartusiano al centro dell'architrave, nel pannello principale con San Giacomo Minore. La conferma della provenienza dal convento bolognese viene da un testo presente nell'Inventario datato 1797 (Bologna, Archivio di Stato) ove viene descritta una spalierata di pioppa colorata berettina, e gialla con il suo sedile sotto, con 4° piccole statuette sotto rapp.ti Santi berretti colorati. Dopo il 1797 la 'spalierata' è stata oggetto di un'ulteriore manomissione che l'ha portata allo stato rilevato prima del restauro, coi pannelli riadattati come decorazioni per lo 'scrittoio', a sua volta incluso in maniera incongrua nel grande armadio seicentesco della sacrestia . Dal punto di vista iconografico le opere appaiono frutto di una meditata volontà celebrativa dell'ordine certosino, permeate da un'atmosfera festosamente trionfale. Il nome di Amico Aspertini è proposto come il più probabile per un'opera come questa, quasi di artigianato minore, ma per molti versi straordinaria. Un particolare estremamente interessante che riporta direttamente al pittore sono le architetture della tavola decurtata, quasi sovrapponibili alla tarsia pavimentale con il Giudizio di Salomone della chiesa di San Martino a Lucca, città dove Aspertini ha lasciato affreschi e tavole. Nel Catalogo de' Priori della Certosa … (Bologna, Archivio di Stato), in corrispondenza del priorato di Gregorio Napelli iniziato nel 1553, si ricorda come “questo fece fare le spallierate del Capitolo, dipinte con bellissime prospettive, e così parimenti l'appart.to del Priore, quello cioè d'abbasso che fu spallierato, e dipinto come l'altro dal medesimo autore”. Amico Aspertini era morto da un anno, ma un'altra notizia riportata nei “Monumenta Chronologica Cartusia Bononiensis” (Bologna, Archivio di Stato), datato 1678, consente di anticipare l'inizio dei lavori delle 'spalierate'. In questo indice annuale, al giugno 1553, viene annotato come “completum fuit ornamentum ligneum Capituli nostri”. Il Capitolo, più tardi, dovette subì modifiche significative prima con la collocazione del grande dipinto di Giovanni Maria Viani, poi verso il 1777 con quello di Ubaldo Gandolfi. I quattro pannelli ora recuperati rappresentano dunque solo un frammento di un più vasto complesso, già disperso nella memoria dell'Inventario del 1797.Roberto MartorelliFoto [Guido Barbi](https://www.guidobarbi.it/la-chiesa-di-san-girolamo-della-certosa-di-bologna/)

Cappella Maggiore

Decorata nell'ultimo decennio del Cinquecento da Bartolomeo Cesi (1566 - 1629), la cappella maggiore è un armonioso insieme di affreschi, dipinti e stucchi, bianchi e dorati. All'ingresso sono affrescati i santi Pietro e Paolo. Sull'intradosso dell'arco d'accesso, entro riquadri, sono dipinti i Santi Caterina da Siena, Domenico, Benedetto, Antonio Abate, Francesco d'Assisi e Caterina de' Vigri. Nella parte alta delle pareti sono distribuite storie del Vecchio Testamento prefiguranti il ​​sacrificio e la resurrezione di Cristo. Sulle tre pareti dell'abside quadrata sono disposti i grandi dipinti del Cesi rappresentanti scene della Passione di Cristo inquadrati da affreschi con santi certosini. Le due porte laterali, che danno accesso al Sancta Sanctorum, sono anch'esse decorate con dipinti del Cesi raffiguranti i santi Lorenzo e Stefano. Il prezioso tabernacolo in pietre dure, originariamente collocato nel Santa Sanctorum retrostante e trasferito sull'altare solo nel secolo scorso, era ornato da statuetta in bronzo dorato di Filippo Scandellari (1717 - 1801).Antonella MampieriVedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-maggiore-845-opera)

Cappella dell'Annunziata

Entro un’ancona formiginesca si trova l’Annunciazione, dell’ambito di Bartolomeo Cesi (1566 - 1629). Il paliotto d’altare è opera successiva d’età barocca, attribuibile all’ambito di Giuseppe Mazza. Di fronte è posto il monumento al card. Bevilacqua (1888), opera dello scultore centese Stefano Galletti (1833 - 1905), ricca realizzazione in mosaico e marmi bianchi e policromi. Sulla parete a sinistra del monumento Bevilacqua si trova un affresco raffigurante S. Antonio da Padova, opera del pittore bolognese Leonardo Ferrari, detto Leonardino (morto 1648), trasportato in San Girolamo da Santa Maria della Neve. Di fronte è stato collocato un altro affresco trasportato raffigurante San Bernardino, un tempo attribuito ad Amico Aspertini e proveniente dalla chiesa soppressa del Gesù, in Via San Mamolo. Anche questa cappella è decorata dall’ornatista Luca Bistega (1672 - 1732). Accanto all’Annunziata è collocata una piccola ancona formiginesca contenente un busto policromo del Salvatore, di scultore cinquecentesco. Sopra è murata una copia del rilievo di Donatello noto come la Madonna Pazzi, oggi a Berlino. Come nelle altre cappelle anche qui sono appese le catene dei cristiani caduti in mano ai turchi, fatti schiavi e riscattati dalla Confraternita bolognese della Madonna Auxilium Christianorum, trasferite dall’oratorio della Madonna della Neve dopo la sua soppressione. Ogni catena è accompagnata da una tabella lignea che indica il nome del prigioniero riscattato, l’anno del riscatto e la somma pagata per la sua liberazione.Antonella MampieriVedi altro: [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-dellannunziata-848-opera)

Cappella delle Reliquie

Decorata da Luca Bistega (1672 - 1732) come le altre di questo lato, la cappella presenta sulla parete sinistra un altare barocco per reliquiari, riccamente dorato. L'altare di fronte, di stile formiginesco, contiene un S. Francesco di Anna Mignani Grilli Rossi (morta 1832). Alle pareti sono appesi dipinti di piccolo formato, provenienti dalla Certosa stessa e da altre chiese soppresse. Nella parete di comunicazione tra questa cappella e quella di San Giuseppe si trova una piccola ancona formiginesca contenente una Madonna col Bambino in terracotta di ambito bolognese della prima metà del Cinquecento.Antonella Mampieri Vedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-delle-reliquie-859-opera)

Cappella di San Giuseppe

Contiene il coro intagliato che era utilizzato dai conversi. In alto è appesa l'Ultima Cena di Lorenzo Sabatini (1530 ca. – 1576), proveniente dal Refettorio del convento, oggi Sala della Pietà. La parete di fondo è occupata dall'altare settecentesco dedicato a San Giuseppe, una delle ultime opere di Giuseppe Mazza (1653-1741). Al centro di un “pannerone” in stucco sostenuto da angeli si trova la statua del santo tra San Romualdo e San Petronio, attribuibili a scuola bolognese del primo Seicento. In origine questa cappella era dedicata a San Giovanni Battista e ospitò la pala di Ludovico Carracci con La Predica del Battista, oggi alla Pinacoteca nazionale. Le decorazioni delle pareti si devono al pittore ornatista Luca Bistega (1672 - 1732).Antonella MampieriVedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/cappella-di-san-giuseppe-863-opera)

Controfacciata

Navata

La chiesa presenta una semplice pianta a tau rovesciato con un'unica navata di tre campate a crociera, illuminata da oculi con vetrate policrome che hanno sostituito le monofore a sesto acuto di cui si possono ancora riconoscere le tracce nel parato esterno. Sulle volte delle due campate più vicine alla cappella maggiore compaiono tracce delle originali decorazioni a motivi vegetali con oculi da cui si affacciano figure di santi. La campata d'ingresso è caratterizzata da una chiave di volta affrescata con la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Antonella MampieriVedi altro:  [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/navata-2064-opera)

Sancta Sanctorum

 Le due porte laterali, che danno accesso al Sancta Sanctorum, sono anch'esse decorate con dipinti del Cesi raffiguranti i santi Lorenzo e Stefano. Vedi altro: [www.storiaememoriadibologna.it](https://www.storiaememoriadibologna.it/cappella-maggiore-845-opera)

Altare delle reliquie

Settecentesco Altare delle reliquie, collocato nell'omonima cappella. Foto Oriana Palermo.
Approfondimenti:  www.storiaememoriadibologna.it

Amico Aspertini - spalierata

Amico Aspertini (1474 - 1552), vista d'insieme dei dipinti su tavola componenti la spalierata,
scoperta nella Sacrestia della chiesa di S. Girolamo della Certosa, ora nella cappella delle Reliquie.

Approfondimenti:  www.storiaememoriadibologna.it

 

Amico Aspertini - spalierata

Amico Aspertini (1474 - 1552), vista d'insieme dei dipinti su tavola componenti la spalierata,
scoperta nella Sacrestia della chiesa di S. Girolamo della Certosa, ora nella cappella delle Reliquie.
Approfondimenti: www.storiaememoriadibologna.it

La chiesa com´era in passato

Predica del Battista

Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619)
Attualmente si trova nella Pinacoteca Nazionale di Bologna

San Bruno in adorazione della Madonna col Bambino in gloria

Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino - (Cento 1591-Bologna 1666)
Attualmente si trova nella Pinacoteca Nazionale di Bologna

Apparizione a San Bruno

Bartolomeo Cesi (1556-1629)
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Approfondimenti: Storia e memoria di Bologna
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Giudizio Finale

Domenico Maria Canuti (1626-1684) - Foto Oriana Palermo.
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

 Ascensione di Cristo

Giovanni Maria Galli detto il Bibiena (1625-1665) - Foto Oriana Palermo
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

San Giovanni

Nunzio Rossi (1626 – post 1651), 1644 ca. Bologna - Foto Roberto Martorelli
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

San Luca

Nunzio Rossi (1626 – post 1651), 1644 ca. Foto Roberto Martorelli
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Paliotto in scagliola

Paliotto seicentesco in scagliola attribuito a Domenico Pianon, attivo a Bologna alla fine del XVII secolo.
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Via Crucis

STAZIONE I - Giuseppe Leonardi 1750-1820
Restauro: Ottorino Nonfarmale - Foto: Alberto Martini
Vedi altro: Beni Culturali

Via Crucis

STAZIONE II - Giuseppe Leonardi 1750-1820
Restauro: Ottorino Nonfarmale - Foto: Alberto Martini
Vedi altro: Beni Culturali

Annunciazione

Bartolomeo Cesi, Lorenzo Sabatini o Orazio Sammachini ? (1566 - 1629) - Foto R. Martorelli
- Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

 

Monumento funerario Bevilacqua - 1896

Stefano Galletti (1832-1905) - Foto Oriana Palermo
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Lapide medievale - 1311

Lapide medievale

S. Antonio da Padova

Leonardo Ferrari, detto Leonardino (m.1648), trasportato in San Girolamo da Santa Maria della Neve con le soppressioni napoleoniche.
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La chiesa com´era in passato

Predica del Battista
Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619)
Spostata dapprima nella cappella di San Bruno
Attualmente nella Pinacoteca Nazionale di Bologna

Predica del Battista

Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619)
Attualmente nella Pinacoteca Nazionale di Bologna

San Giuseppe

La scultura di Giuseppe Maria Mazza (1653-1741) rappresentante San Giuseppe col Bambino.

Foto Laboratorio di restauro Nonfarmale 
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Ultima cena

Lorenzo Sabatini (1530 circa - 1576),  Ultima cena . - Foto Roberto Martorelli
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it


 

Cattedra con San Petronio e il Beato Niccolò Albergati

La cattedra appartiene al primo coro di Melchiorre Provenzale, sopravissuto alla distruzione del complesso ligneo da parte dei Lanzichenecchi nel 1527. Foto Guido Barbi.
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Sancta Sanctorum

Il Sancta Sanctorum, un piccolo ambiente posto dietro la Cappella Maggiore della chiesa di san Girolamo della Certosa. Foto Oriana Palermo.
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Ultima Comunione di san Girolamo - 1592

copia di Clemente Alberi (1803 - 1864) - originale di Agostino Carracci (1557 - 1602) trasferita nelle Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Vedi altro: Pinacoteca Nazionale di Bologna

Monumento al Cardinale Moretti

Il monumento al Cardinale Moretti scolpito da Enrico Barberi (1850-1941) nel 1883 su progetto di Alfredo Tartarini (1845-1905) - Foto Oriana Palermo.
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Paliotto in scagliola

Paliotto seicentesco in scagliola - Domenico Pianon - fine XVII secolo - Foto Alberto Martini
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Francesco Gessi - Pesca Miracolosa

Francesco Gessi (1588–1649), Pesca Miracolosa, 1645. Bologna (foto R. Martorelli)

 Museo Risorgimento Bologna

San Bruno

Jacopo Alessandro Calvi detto il Sordino (1740 - 1815), San Bruno, attr.
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

San Matteo

Nunzio Rossi (1626 – post 1651),  San Matteo , 1644 ca.- Foto Roberto Martorelli.
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

San Marco

Nunzio Rossi (1626 – post 1651),  San Marco , 1644 ca.- Foto Roberto Martorelli

Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Battesimo di Cristo

Elisabetta Sirani (1638-1665), il Battesimo di Cristo, 1658. - Foto Oriana Palermo
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Lorenzo Sabatini - Santi Girolamo e Ugo

Lorenzo Sabatini (1530 ca. - 1576) attr. Santi Girolamo e Ugo, dopo il restauro del 2012 - Foto Laboratorio Nonfarmale
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Lorenzo Sabatini - Santi Petronio e Bruno

Lorenzo Sabatini (1530 ca. - 1576) attr. Santi Petronio e Bruno, dopo il restauro del 2012 - Foto Laboratorio Nonfarmale
Vedi altro:  www.storiaememoriadibologna.it

Giovanni Andrea Sirani - Cena dal fariseo

Giovanni Andrea Sirani (1610-1670), La Cena in Casa del Fariseo, 1652 - Foto Oriana Palermo
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Giovan Francesco Gessi - Cacciata dei Mercanti

Giovan Francesco Gessi, (1588–1649), Cacciata dei Mercanti dal Tempio, 1648
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Lorenzo Pasinelli - Cristo appare alla Madonna

Lorenzo Pasinelli (1629-1700), Cristo risorto accompagnato dai Padri del limbo appare alla Madre, 1657 - Foto Oriana Palermo
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

Lorenzo Pasinelli - Cristo entra a Gerusalemme

Lorenzo Pasinelli (1629-1700), L’ingresso di Gesù in Gerusalemme - Foto Oriana Palermo
Vedi altro: www.storiaememoriadibologna.it

La chiesa com´era in passato

Polittico - Il dipinto fu commissionato da papa Nicolò V a Antonio e Bartolome Vivarini per l’altare della chiesa della Certosa di Bologna, in ricordo del cardinale Nicolò Albergati, di cui era stato allievo e segretario. Ora in Pinacoteca.

Vivarini - polittico

Antonio e Bartolomeo Vivarini, il Polittico commissionato per volontà del papa Niccolò V nel 1450 per la Certosa di Bologna.
Trasferito in Pinacoteca Nazionale.

Vedi altro: Pinacoteca Nazionale di Bologna

crocefisso in legno tra la Madonna e San Giovanni Evangelista in terracotta policroma

attribuibili a scuola bolognese del XVIII secolo

Ercole Graziani (1688-1765) Il Beato Nicolò Albergati appare in sogno a Tommaso Parentucelli

Ercole Graziani (1688-1765), già autore de il «Battesimo di Cristo» per la cattedrale di San Pietro e «San Mauro guarisce gli storpi» per la chiesa di San Procolo. «L’opera - prosegue padre Micucci - mostra l’apparizione del beato Niccolò Albergati a Tommaso Parentucelli, che verrà nominato arcivescovo di Bologna nel 1444, creato cardinale nel ‘46 ed eletto Papa l’anno successivo con il nome di Niccolò V. Un nome scelto proprio per il suo grande attaccamento alla figura di Albergati, e che lo vedrà impegnato in una intensa rete di rapporti con la famiglia degli Asburgo, che porterà alla firma del famoso Concordato di Vienna del 1448 e che regolò definitivamente i rapporti tra la Santa Sede e gli Asburgo in Germania»

Foto dopo il restauro di Ottorino Nonfarmale

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La Madonna col Bambino, S. Caterina e S. Ugo Vescovo di Girolamo Bonesi (1653 - 1725)

Giovanni Girolamo Bonesi (1653-1725) rappresenta una Madonna con Bambino, Maria Maddalena e Sant’Ugo da Lincoln, vescovo inglese vissuto nella metà del XII secolo e proclamato santo da papa Onorio III nel 1220. I personaggi sono riconoscibili attraverso le loro principali caratteristiche: Maria Maddalena che porta l’unguento al sepolcro per profumare il corpo di Gesù deposto dalla croce e Ugo da Lincoln per il pastorale e il cigno con cui viene sempre rappresentato»

Foto dopo il resturo di Ottorino Norfarmale

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Bartolomeo Cesi - Crocefissione

Bartolomeo Cesi (1566 - 1629) Crocefissione, Bologna, Chiesa di S. Girolamo della Certosa. (foto Alberto Martini)

Francesco Gessi - Santi certosini

Francesco Gessi (1588–1649), due dei quattro Santi certosini dopo il restauro. Si trovano ai lati delle due grandi tele eseguite dallo stesso artista. Bologna, Chiesa di san Girolamo della Certosa. (foto Alberto Martini)
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Beato Certosino

foto Alberto Martini

Orazione nell'orto

Bartolomeo Cesi - ca 1595

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Bartolomeo Cesi - Deposizione di Cristo

foto Guido Barbi
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Poena nasci labor vivere necesse mori

Nascere è dolore, vivere è fatica, morire una necessità.
Si tratta di un detto medievale, d’ autore incerto,
che si legge nelle opere di S.Bernardo di Chiaravalle:
"Unde superbit homo, cujus concepito culpa
Nasci poena, labor vita, necesse mori?”
e si ritrova spesso negli epitaffi.

Sullo scheletro umano vi è un cartiglio su cui è scritto:
Serius aut citius sedem venietis ad istam
O tardi o presto verrete a questa sede [dei morti]

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci
fotografie di Alberto Martini

Poena nasci labor vivere necesse mori

Poena nasci labor vivere necesse mori

Omnia sint operata Deo

Tutto sia fatto per Dio. Potrebbe riferirsi alla frase di Isaia (26,12):
Omnia enim opera nostra operatus es nobis

che la Bibbia di Gerusalemme traduce:
“Signore, tu dai successo a tutte le nostre imprese”
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

foto di Alberto Martini

I monaci certosini della colonna di sinistra

foto di Alberto Martini

I monaci certosini della colonna di sinistra

foto di Alberto Martini

Beato Niccolò Albergati

foto di Alberto Martini

San Bruno

foto di Alberto Martini

San Paolo

foto di Alberto Martini

Il Tabernacolo - 1937

Posto sull'altare nel 1937. Prima di allora si trovava nel Sancta Sanctorum, la stanza che si trova dietro la parete della grande pala della Crocifissione.


foto di Alberto Martini

Bartolomeo Cesi, San Giovanni Battista, 1595-1600 ca.

Foto di Guido Barbi
approfondimento: Storia e memoria di Bologna

Bartolomeo Cesi, San Girolamo, 1595-1600 ca.

foto di Guido Barbi
approfondimento: Storia e memoria di Bologna

La chiesa com´era in passato

Le 2 tele di San Giovanni Batttista e San Girolamo sempre di Bartolomeo Cesi erano ai lati del Crocefisso. Adesso sono sulla controfacciata

San Girolamo

Bartolomeo Cesi, 1595-1600 ca.
foto Guido Barbi

Bartolomeo Cesi, Santo Stefano, porta laterale altare maggiore

foto di Guido Barbi

Bartolomeo Cesi, San Lorenzo, porta laterale altare maggiore

foto di Guido Barbi

San Petronio (1600-1649)

Gabriele Brunelli - 1615-1682

Vedi altro: Beni Culturali

San Bonaventura

Gabriele Brunelli - 1615-1682
Foto Laboratorio di restauro Nonfarmale

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Cantate exultate et psallìte

Gridate, esultate con canti di gioia    
Salmo 98, (97) 4
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Cantate exultate et psallìte

Gridate, esultate con canti di gioia    
Salmo 98, (97) 4
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Benedictio Domini super caput iusti.

La benedizione del Signore sul capo del giusto.   

Proverbi. 10, 6
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Domus mea domus orationis vocabitur.

La mia casa sarà chiamata casa di preghiera.

Isaia. 56, 7/ Matteo 21,13
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

foto di Alberto Martini

Attendite ut fructum plurimum afferatis

Mettete ogni impegno per portare molto frutto

Giovanni 15,8
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Te vox canora concrepat Domine.

“Per te risuona, Signore, la voce di chi canta”

Forse un accomodamento al testo di Giosuè 6,9:
"l'avanguardia precedeva i sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l'arca; si procedeva a suon di tromba.”
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

 

Non fuit quisquam sanctior Johanne

"Fra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista"
Matteo 11,11
 

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fotografie di Alberto Martini

Psallam spiritu psallam et mente Domino

Canterò al Signore con lo spirito, ma canterò anche con l’intelligenza.
Prima lettera ai Corinzi 14, 15
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Omnia tempus habent

Per ogni cosa c’è il suo momento.  
Ecclesiaste 3, 2
 

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fotografie di Alberto Martini

Omnes dii gentium demonia

Tutti gli dei delle nazioni sono un nulla

Salmo 84 (83,4) che continua: [ma il Signore ha fatto i cieli]
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Passer invenit sibi domum

Anche il passero trova la casa
[e poi continua: la rondine il nido dove porre i suoi piccoli]
Salmo 84 (83), 4
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

In psalterio dechacordo psallam tibi

Suonerò per te sull’arpa a dieci corde.
Salmo 144 (143),9
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Spectaculum facti sumus

Siamo diventati spettacolo[agli angeli e agli uomini]
Prima lettera ai Corinzi 4,9
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

foto di Alberto Martini

Calicem salutaris accipiam

Alzerò il calice della salvezza [e invocherò il nome del Signore]
Salmo 116 (114-115),13
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

In memoria aeterna erit iustus

Il giusto sarà sempre ricordato
Salmo 112(111),6
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Sant'Antelmo

fotografie di Alberto Martini

I monaci certosini della colonna di destra

foto di Alberto Martini

I monaci certosini della colonna di destra

fotografie di Alberto Martini

Sant' Ugo

fotografie di Alberto Martini

Crocifissione di Cristo - Orazio Samacchini (1532-1577)

Orazio Samacchini (1532-1577), artista molto attivo nella Roma dei Papi dove partecipò coi fratelli Zuccari alla decorazione del Palazzo Apostolico e in particolare della Sala Regia su mandato di papa Pio IV. «L’opera custodita qui in Certosa - spiega ancora padre Mario Micucci - rappresentata la crocifissione di Cristo con ai piedi la Madonna, san Giovanni Evangelista e un santo di cui non si conosce ancora il nome ma del quale, molto probabilmente dopo il restauro, verranno alla luce alcune caratteristiche che ne semplificheranno l’individuazione.

Foto dopo il restauro di Ottorino Nonfarmale

San Pietro

foto di Alberto Martini

Habentes solatio sanctos libros

avendo a conforto le sacre scritture

Primo libro dei Maccabei -  12,9
 

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fotografie di Alberto Martini

Hora est de somno surgere

È ormai tempo di svegliarvi dal sonno

Romani - 13,11
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Tollat unusquisque crucem suam

Ognuno prenda la sua croce [e mi segua]

Luca - 9,23


ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Turris fortissima nomen Domini

Torre fortissima è il nome del Signore

Proverbi -  18,10
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Confitebor tibi in cithara

A te canterò con la cetra [Dio, Dio mio]

Salmi  - 43,4
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Deus in domibus eius cognoscetur

Dio nei suoi baluardi è apparso fortezza inespugnabile

Salmi -  48(47),4
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Bestiae et cuncta peccora laudate Dominum

Voi fiere e tutte le bestie lodate il Signore
Salmi - 148,10
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Quae sursum sunt sapite

Pensate alle cose di lassù

Colossesi - 3,1-2
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Sacrificium laudis honorificabit me

Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora

Salmi - 50(49),23
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Gallo canente spes redit

Al canto del gallo (all’inizio del nuovo giorno) rinasce la speranza

 

È la sesta strofa dell’Inno Aeterne rerum Conditor composto da Sant’Ambrogio, che si leggeva, prima della riforma liturgica, nel Breviario alle Lodi della Domenica; vi si legge ancora; ma la strofa che comincia con questo verso è stata eliminata.
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Gloria et divitiae in domo Domini

Gloria e ricchezze nella casa del Signore

Salmi - 112 (111), 3
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Psallam Deo meo quamdiu fuero

Loderò il Signore per tutta la mia vita

Salmi - 146(145), 2
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Fulcite me floribus quia amore langueo

Sostenetemi con fiori [ “con focacce d’uva passa”],
perché io sono malata di amore           

Cantico dei Cantici - 2, 5

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Audiam quid in me loquatur Dominus

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore

Salmi - 85[84], 9
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Laeticia sempiterna super caput eius

Felicità perenne sarà sul suo capo

Isaia - 35, 10
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

 

Dormire mentem ne sinas

Non permettere che la mente si addormenti…

È il primo verso della sesta strofa dell’Inno Deus creatorum omnium che si leggeva, prima della riforma liturgica, ai primi vespri della Domenica; vi si legge ancora, ma senza quella strofa.
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

STAZIONE III

STAZIONE IV

STAZIONE VIII

STAZIONE V

STAZIONE VI

STAZIONE VII

STAZIONE IX

STAZIONE X

STAZIONE XI

STAZIONE XII

STAZIONE XIII

STAZIONE XIV

STAZIONE XIV

Particolare

Particolare

Nativitá

Nunzio Rossi - 1644
collocazione attuale: Palazzo Comunale (Bologna, Palazzo d’Accursio)
Storia e Memoria di Bologna

La chiesa com´era in passato

Sacra Famiglia con Sant'Anna

(copia di Bartolomeo Cesi) cit. "La Certosa di Bologna" descritta nelle sue pitture di Luigi Crespi (1793)
originale nella Chiesa di S. Maria del Castello a Viadana (MN)

Sacra Famiglia con Sant'Anna

(copia di Bartolomeo Cesi) cit. "La Certosa di Bologna" descritta nelle sue pitture di Luigi Crespi (1793)
originale nella Chiesa di S. Maria del Castello a Viadana (MN)

San Francesco, dipinto dalla bolognese Anna Mignani Grilli (1786-1846)

Storia e Memoria di Bologna

Ludovico Carracci, Cristo porta la croce, frammento fine '500

Bartolomeo Cesi, Madonna col Bambino, affresco

San Francesco

foto di Alberto Martini

S.Caterina de Virgi

foto di Alberto Martini

San Romoaldo

foto di Alberto Martini

San Benedetto

foto di Alberto Martini

Ille bene vivit qui per Christum mori desiderat.

Due angeli tengono un velo col volto di Cristo
S.Girolamo sta pregando e sul suo capo vola una scritta:

Ille bene vivit qui per Christum mori desiderat.
(Vive bene colui che desidera morire per Cristo).

Forse una citazione da Orazio: “Bene vivit qui bene cenat
(Vive bene chi mangia bene).
  
Firmato in basso: Blasii manu (Per mano di Biagio) [De Marchi].
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Beato Certosino

Beato Certosino

Beato Certosino

Predica del Battista

Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619)
Attualmente si trova nella Pinacoteca Nazionale di Bologna

MISSALE CARTVSIANI (1627)

MISSALE CARTVSIANI - bottega svizzera (sec. XVII)

Catalogo Generale dei Beni Culturali

Beato Certosino

foto Alberto Martini

Beato Certosino

foto Alberto Martini

Beato Certosino

Beato Certosino

foto Alberto Martini

Beato Certosino

Beato Certosino

La chiesa com´era in passato

Le 2 tele di San Giovanni Batttista e San Girolamo sempre di Bartolomeo Cesi erano ai lati del Crocefisso. Adesso sono sulla controfacciata

San Giovanni Battista

Bartolomeo Cesi, 1595-1600 ca.
foto Guido Barbi

La chiesa com´era in passato

Tramezzo abbattuto a metá dell´800 per far posto alla cancellata attuale

Coronazione di spine

Ludovico Carracci - (Bologna 1555-1619)

Approfondimenti:  Pinacoteca Nazionale di Bologna

Flagellazione di Cristo

Ludovico Carracci - (Bologna 1555-1619)

Approfondimenti:  Pinacoteca Nazionale di Bologna

La chiesa com´era in passato

Tramezzo abbattuto alla fine dell´800 per far posto alla cancellata attuale

Coronazione di spine

Ludovico Carracci - (Bologna 1555-1619)

Approfondimenti:  Pinacoteca Nazionale di Bologna

Flagellazione di Cristo

Ludovico Carracci - (Bologna 1555-1619)

Approfondimenti: Pinacoteca Nazionale di Bologna

Canc dx

Ecce Agnus Dei

Manca la scritta in latino. Al suo posto un velo, sorretto da due angeli, col volto della Madonna. 
          
Giovanni Battista con il cartiglio: Ecce Agnus Dei.
Giovanni - 1,29: Ecco l’Agnello di Dio.

Sotto la firma: Blasii de Marchis manu.
(Per mano di Biagio de March [1538])
 

ricerche iconografiche di Padre Mario Micucci

fotografie di Alberto Martini

Chiesa di San Girolamo della Certosa


Chiesa di San Girolamo della Certosa

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Padre Mario MIcucci
Rettore Padre Passionista
 
MarchioAUTO

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Chiesa di San Girolamo della Certosa
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Controfacciata

L'assetto attuale della controfacciata è del tutto diverso rispetto all'impianto originario seicentesco. Era qui collocato il quadrone rappresentante la Natività, primo dipinto del ciclo cristologico, terminato nel 1644 dal napoletano Nunzio Rossi (1626 - post 1651). Ai lati erano posti due santi certosini del medesimo artista, ora nei depositi della Pinacoteca Nazionale. Nel corso del XIX secolo le tele del Rossi furono spostate per fare posto all'organo realizzato nel 1836 da Alessio Veratti, che doveva adempiere alle necessità liturgiche di una chiesa divenuta sede delle cerimonie funebri del cimitero. La Natività fu collocata nell'originaria Sala del Capitolo, oggi Cappella della Madonne delle Assi. Dopo il recente restauro, per motivi conservativi è stata collocata nella sala d'anticamera del Sindaco di Palazzo d'Accursio. Attualmente ai lati del coro sono collocati due affreschi anticamente strappati dalla Cappella Maggiore. Sono il san Giovanni e il san Girolamo di Bartolomeo Cesi (1566-1629) qui collocati all'inizio del Novecento dopo un passaggio in altri ambienti del cenobio. Ai lati del portale di ingresso si ammirano due tele rappresentanti rispettivamente i santi Petronio e Bruno e Girolamo e Ugo, attribuiti a Lorenzo Sabatini (1530 circa - 1576), provenienti probabilmente dall'originario refettorio del monastero, ora Sala della Pietà del cimitero.

Roberto Martorelli

Nativitá

Nunzio Rossi - 1644
Palazzo Comunale (Bologna, Palazzo d’Accursio)
Storia e Memoria di Bologna